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68 vade retro, satana

VI.


Il prete restò solo.

La via piegava in quel luogo, entrando a ghirigoro in un’altra vallata stretta, dalla quale non si poteva più scorgere il villaggio alpino. Don Giuseppe si voltò per guardare la sua chiesa, il suo monte, e fissare gli occhi ancora una volta sui ghiacciai della cima, che staccavano biancastri sulle nubi nella luce d’un crepuscolo grigio e monotono. Il pover’uomo non tossiva, non sentiva nessun bruciore nel petto, non aveva quella febbriciattola e quelle subitanee accensioni da cui era tormentato quasi continuamente: ringraziò il cielo, che gli dava un’ora di salute il giorno in cui gli aveva tolto ogni altra cosa mortale. Solo provava uno sfinimento di tutte le membra, il quale non era privo di una certa dolcezza, e metteva l’animo in uno stato di vaga e come sognante ebrietà.

Passando dal paesello di Ledizzo, alzò gli occhi alle finestre della casa dove abitava la signora Carlina. Ella che guardava appunto nella via, aspettando il dottore, vide negli ultimi bagliori della sera camminare lentamente il suo buon Don Giuseppe, e lo salutò, e tutta