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32 | vade retro, satana |
volte nella canonica, perchè ha ora dato l’ordine di non lasciarmi entrare, nemmeno quando io reco il denaro dei poveri? Non posso metter piede in sagrestia; è molto che non mi caccino, come un cane, fuori di chiesa. Mi si rimandano i doni che faccio al tempio. Con qual diritto? Chi può mai rifiutare le offerte che si porgono a Dio? — Sbalzò in piedi e si piantò di contro il prete, domandando: — L’odio, signor curato, è forse una virtù cristiana? —
Il curato affermò pacatamente, ma con la voce che tremolava: — L’odio del male è una virtù cristiana.
— Virtù cristiana, reverendo, è l’amore. Me lo insegnarono da fanciulla, quando andava in chiesa alla dottrina; me lo hanno ripetuto al confessionale. Poi, divenuta donna, vidi che l’amor vero mi rialzava l’anima, mi purificava lo spirito, mi avvicinava al cielo. L’amor vero passò, e, giuro, senza mia colpa. Allora, abbandonata, povera, gettata in una società piena di seduzioni e di corruzioni, cascai nella finzione dell’amore. Ma la finzione dell’amore, non è amore, è odio; è l’odio anzi più vile, abbietto, pauroso, straziante che si possa provare. Quest’odio m’uccide. Il cuore intanto arde, e cerca da molti anni invano il refrigerio di un affetto violento e sincero. Ho bisogno dell’amore che brucia. —
Il prete, afferrando con un supremo sforzo di volontà i pensieri, che svanivano dalla sua