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— Ho inteso. Il tenente era l’amante suo e l’ha piantata. Ella si vendica facendolo fucilare, e insieme con lui facendo fucilare i medici. È vero?

— Dei medici non m’importa. —

Il generale stette un poco meditabondo con le ciglia aggrottate, poi mi stese la lettera, che gli avevo data:

— Signora, ci pensi: la delazione è un’infamia e l’opera sua è un assassinio.

— Signor generale — esclamai, alzando il viso e guardandolo altera — compia il suo dovere. —


La sera, verso le nove, un soldato portò all’albergo della Torre di Londra, dove finalmente mi avevano trovato una camera, un biglietto, che diceva così:

“Domattina alle quattro e mezzo precise verranno fucilati nel secondo cortile di Castel San Pietro il tenente Remigio Ruz ed il medico del suo reggimento. Questo foglio servirà per assistere alla esecuzione. Il sottoscritto chiede scusa alla signora contessa di non poterle offrire anche lo spettacolo della fucilazione degli altri medici, i quali, per ragioni che qui è inutile riferire, vennero rimandati ad un altro Consiglio di guerra.

Generale Hauptmann.