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con voce rimbombante grida: — Pentitevi, figliuoli, tornate nella via della virtù; giacchè per voi, o perversi, che continuate a vivere nel peccato, che state duri nel vizio, i sepolcri — e gridava sempre più alto, come ispirato dal cielo — i sepolcri si spalancheranno, e, precipitando sulle ossa degli antichi scheletri, nella notte e nel gelo, sarete a poco a poco rosicchiati vivi dai vermi. — Allora Giovanni udì come un fruscìo, un muoversi improvviso, ma sordo, lamenti soffocati, singhiozzi repressi. Guarda dal parapetto del pulpito, e vede, cosa strana! nella chiesa, la quale prima era così zeppa di gente, che una presa di tabacco — diceva Giovanni tabaccone — non avrebbe potuto cadere in terra, vede il pavimento nudo in larghi spazii, vede scoperte di popolo tutte le grandi lapidi delle tombe. La gente, spaventata dalle parole del Missionario, s’era ritirata dai sepolcri, e, sempre in ginocchio, piangendo e picchiandosi il petto, si pigiava, si schiacciava, si accatastava a gruppi, e implorava sotto voce il perdono di Dio.

Di questi ritratti neri e di questi mobili tarlati tu non sapresti che cosa fare. Qui invece stanno bene, così impietriti al loro posto. Dopo tanti anni che le pareti, le masserizie, i quadri si guardano, e forse nel loro linguaggio si parlano sommessamente, lo strappare qualcosa parrebbe un’amputazione, sarebbe una crudeltà. Quando i figliuoli di