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vade retro, satana | 13 |
piantata da tre mesi soltanto, e che vuole essere irrorata d’affetto.
— In fondo non è mai malata. Qualche dolor di capo, nient’altro; ma non ingrassa. E poi è tanto rustica: vorrebbe stare sempre sola o con me. Detesta la gente nuova; anzi, a dirgliela, Don Giuseppe, sono impacciato. La bella baronessa vuole vedere mia moglie a ogni costo. Appena entro nella sua camera grida: E la sposina?
— Per amor della Vergine Maria non gliela conduca. Profanare il candore, il pudore della giovinetta semplice, della colomba di diciott’anni con l’alito della donna infame!
— Reverendo, ella dice bene; ma io ho pur bisogno di tutti. Nato in questa valle, non ho intenzione di morirvi. Per guadagnarmi da vivere devo fare sulle scorciatoie dei monti tre o quattro ore di cammino ogni giorno al rischio di cadere in un precipizio, di gelare l’inverno in mezzo alla neve o di crepare giovine d’un vizio di cuore. Risparmio il mulo ed il ciuco, tiranneggio me e anche un poco mia moglie per mettere da parte qualche danaro, che mi permetta di piantarmi in una città, dov’io possa fare il medico davvero. Cavar sangue, strappar denti, aggiustar ossa a questi villani non è poi un mestiere decente per chi ha studiato nella capitale e s’è assuefatto a nobili desiderii.
— La nobiltà del desiderio consiste, dottore, nella volontà del bene; e il bene è tanto più