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130 il collare di budda

anche dalla loro saliva e dagli oggetti che ne fossero imbrattati, specialmente nel caso che nelle mani esista qualche taglio o scalfittura o piaga.„

Gioacchino era diventato verde e immobile come un cadavere: soltanto le sue labbra tremavano; ma i medici, incaloriti nella questione, non gli badavano affatto.

Uno di essi, il più giovane de’ quattro, piccoletto, gobbetto, tutto malizia negli occhi e nella bocca, osservò: — L’articolo non vuol dir nulla. Gli uomini, è vero, somigliano ai conigli nell’animo, ma non si possono confondere con i conigli nel fisico. Io in questa materia la so lunga, pur troppo! La mia tesi di laurea ebbe a tema l’idrofobia: ho dovuto consultare un monte di libri, e sono stato aiutato dal professore Lussana, che ha compiuto delle belle esperienze. Vi ricordate certo di quel povero dottore Agostino Marin, medico condotto di Cervarese Santa Croce, tanto buono, tanto amato da tutti, il quale, morsicato da un cane, sentendosi dopo tre mesi i primi sintomi dell’idrofobia, montò in carrettella e, guidando da sè, si recò all’Ospedale di Padova, dove al medico di guardia disse quietamente: — Vengo a finire qui, per non funestare con l’orrendo spettacolo della mia morte la mia moglie ed i miei figliuoli, che amo tanto. — Morì in fatti qualche giorno appresso; e il Lussana, avendo avuto un poco di sangue di quel disgraziato, lo iniettò nella