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il collare di budda 129

un caso d’idrofobia comunicata ad un fanciullo dalla morsicatura di una ragazza, innanzi che le si manifestasse la rabbia. Gioacchino allibì. Vero è che la notizia fu poi smentita nello stesso periodico. Gioacchino respirò.

Frattanto il secondo dottore, sbarbato, con i capelli biondi e lunghi e gli occhiali sul naso, era andato a frugare nella libreria, che pigliava tre lati della stanza (la più ricca libreria delle farmacie di Venezia) e ne aveva cavato il fascicolo del giugno 1880 del Giornale internazionale delle scienze mediche. Interrompendo senz’altro i discorsi dei colleghi si mise a leggere lentamente, gravemente alla pagina 488 questo articoletto: — “Sulla trasmissibilità della Rabbia, pel dottor Raynaud. Fino ad ora si teneva per indiscutibile che l’uomo rabido non sia atto a trasmettere ad altri la malattia; oggi pare che tale questione sia entrata in una fase tutt’altro che rassicurante. Da alcune esperienze è lecito dedurre che il virus rabido dell’uomo è contagioso. L’inoculazione fatta nei conigli della saliva o del detrito della glandula salivale di un uomo affetto da rabbia, per morso riportato da animale sospetto, diede luogo ai sintomi rabidi, indi alla morte. Da ciò si deduce la trasmissione della rabbia non solo dall’uomo agli animali, ma eziandio da uomo ad uomo; e, ciò ammesso, si comprende come bisogna guardarsi con scrupolosa attenzione così dai morsi degli infermi affetti da rabbia, come