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macchia grigia 99

— Passeggiava stasera sul Ponte dei Re e nelle strade vicine.

— Non ho visto nessuno, vi dico — e tornò a russare.

Tre quarti d’ora dopo eravamo tutti sul ponte. Non s’era trovato niente, non s’era saputo niente. Neppure i due carabinieri di Vestone, che l’idalgo aveva incontrati sulla via e aveva condotti seco, ci poterono aiutare in nulla. Il sindaco giudicò allora, che noi dovevamo andare a dormire. Era, infatti, la sola cosa ragionevole che ci restasse da fare.

Vi ho detto, caro dottore, come il mio sindaco sia una perla d’uomo. Ha un modo suo proprio di curare la difterite, in grazia del quale salva realmente tutti i bambini del Comune. Parla de’ suoi rimedi con entusiasmo giovanile: non fallano; ad una infiammazione ci vuole il salasso, anzi ogni malanno guasta il sangue, ed il sangue corrotto va tolto via, perchè se ne formi del sano.

Ora vive senza troppe angustie, badando a’ suoi pochi campi; ma fu trent’anni medico condotto, e quando ricorda le fatiche lunghe e mal compensate, il sollione, la neve, il gelo, i turbini sulle montagne, lo fa con tanta dolcezza, che pare quasi un rimpianto. Discorre de’ suoi malati volentieri, con modestia affettuosa, e, se può dire di averli strappati alla morte, due lagrime di compiacenza gli scendono sulle gote. Ha la barba