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con assidua cura, che ogni cosa si abbia sempre a mantenere nel suo ordine, e 1e feci por mente come in quella città che sono governate con ottime leggi, non pensano già i cittadini bastare che bellissime leggi si scrivano; ma di più vi prepongono alcuni custodi, i quali diligentemente considerino i portamenti di ciascuno, e diano lode a chi adopera secondo le leggi, e puniscano qualunque ad esae contrafaccia. Pertanto, disse, ordinai alla mia donna, che dovesse far conto di esser essa destinata alla custodia delle leggi nella nostra casa, e che si recasse quando le paresse bene, a visitare 1e masserizie, come il capitano delle guardie si reca alla visita delle sentinelle; e che considerasse se ogni cosa si stia in quella condizione che si richiede, come fa alcuna volta il senato l’esame dei cavalli, e dei cavalieri; e che a guisa di regina desse ad ogni suo potere e lodi e onori a chi se ne mostri degno, e biasimi e pene a chi ne sia meritevole. Appresso 1e dimostrai, che ingiustamente le graverebbe se nei nostri averi troppo più da fare io assegno a lei che ai servi, perocchè le diedi a divedere come i servi non hanno altra parte nelle sostanze dei padroni, se non in quanto a loro to si spetta di trasportarle, e di prestare tutti quei servigii che richiedono, e di averne la custodia: di usarne poi a niuno è concesso se non gliele dia chi le possiede. Tutto si è del padrone ed egli solo può