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bellezza, quanto l‘ordine: perciocchè tu vedi un coro ch’è composto di molte persone: e quando in esso ciascuno faccia a sua posta quello che gli aggrada, ti sembra un discorde tumulto, e spiacevole pure a riguardare, ma quando poi tutti e muovansi, e cantino ordinatamente, questi medesimi degnissimi ti sembrano di essere uditi e veduti. Così pure un esercito, o donna, le dissi, disordinato essendo diviene una tumultuosissima confusione assai opportuna ai nimici per farne preda; e tale che gli amici nel riguardarlo, nè alcun vanto possono darsene, nè alcuna utilità aspettarne, misti scorgendovisi i giumenti, i fanti di grave armatura, i saccardi, gli armati alla leggera, e la cavalleria, ed i carri. E come potrebbero avanzarsi in cotal modo confusi, sendo gli uni agli altri d’impedimento, chi cammina a chi corre, chi corre a chi sta fermo, il carro alla cavalleria, le bestie da aoma al carro, e i saccomanni a quelli che sono gravemente armati. E quando venisse il bisogno di dover combattere trovandosi tra di loro così mescolati, come potrebbero mai farlo? Poichè coloro che di necessità dovrebbero tosto ritrarsi indietro quelli soli basterebbero a calpestare tutti gli armati. Ma d’altra parte un esercito con buona disposizione ordinato agli amici bellissimo sembra a riguardare, e ai nimici terribilissimo: poichè quale degli amici non vedrebbe con diletto un gran numero di milizie