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passeggiava, da molte qualità di soavissimi odori che all’intorno spandevansi erano accompagnati, meravigliando, disse: veramente, o Ciro, tutto questo assai mi piace per la bellezza, ma troppo più ammiro chi ha saputo così bene disporti, e ordinarti ciascuna di queste cose. Ciò udendo, ei narrava, che Ciro se ne mostrò assai lieto, e gli rispose: quanto qui vedi, o Lisandro, tutto ho io medesimo ordinato, e disposto, e fra questi arbori ve n’ha di quelli, che ho pur piantati colle mie mani. Allora, raccontava pure Lisandro, che rivoltosi a lui, e considerando la magnificenza delle sue vesti, e sentendone la fragranza, e ammirando lo splendore delle cinture, e de fermagli, e tutto l’altro suo adornamento gli dicesse: parli tu il vero, o Ciro, che alcuni di questi arbori li abbia tu posti colle tue mani? e che Ciro allora gli rispondesse: e tu di questo ti maravigli, o Lisandro? Ti giuro, per Mitra, che quando sono in buona salute mai non vado a cena se non ho in prima sudato in alcun esercizio, o di guerra o di agricoltura ovvero in altra cosa affaticandomi. Aggiungeva lo stesso Lisandro, che appena udito ciò, prendendogli la destra gli disse: a buon diritto parmi, o Ciro, che ti si appartenga questa tua felicità, perciocchè sendo uomo virtuoso ti godi di così prospera fortuna.