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aiuto, onde accrescere insieme la casa, ed altri, ai quali esse sono cagione di rovina. — E di questo, o Socrate, chi se ne dee accagionare, l‘uomo, o la donna? — Se vediamo, disse Socrate, che gli armenti arrechino danni, per lo più ne accagioniamo il pastore, e se un cavallo sia spiacevole, noi vituperiamo il palafreniere; ma quanto alla donna, se quantunque dal marito ammaestrata al ben fare, pure al mal fare si rivolga, forse a ragione ne verrà essa incolpata; ma se non l’avrà per niun modo ammaestrata di quello, che sarebbe a lei onesto, e convenevole di fare, e poi tale se l’abbia che di tutto questo nulla affatto conosca, non dovrà egli il marito a buon diritto averne la colpa? quindi seguì egli a dire: con tutta schiettezza, o Critobulo, (poichè siamo qui tutti amici) dinne ora il vero. V’ha forse alcuna persona a cui più cose, e più importanti tu affidi, che alla tua donna? — Niuna ve n’ha al certo, disse. — Ragioni tu poi con verun’altra meno che colla tua donna? -— Se non al tutto, disse, con niuna persona, nel vero non con molte. — E ben ti sarai ad essa sposato mentre era assai giovane, e con tal cura educata, che veduto, e udito avesse il meno che fosse stato possibile? — Così è appunto. — Non è egli adunque assai più da meravigliarsi, se di ciò che dire o fare le si conviene, alcuna cosa pur ella ne sappia, che se in ogni cosa fallire tu la veg-