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neficarli, senza di che rimarresti privo di partigiani: appresso anche la città so che t‘imporrà di spendere grandi somme, come di nutrire cavalli, di presiedere ai cori, di stare a capo al ginnasio, e di difendere i clienti: se poi avvenga che si abbia a far guerra, ben conosco come, e il mantenimento delle galee, e tali altre gravezze ti saranno poste addosso, che non ti sarà agevole a sostenerle, e se parrà che alcuna di queste cose tu le faccia alquanto miseramente, io so bene, che gli ateniesi ti punirebbero nulla meno, che se ti cogliessero in sul fatto a rubare le cose loro proprie. Oltre a ciò, mi avveggo, che tu avvisandoti di avere assai di ricchezza non ti dai cura di attendere a procacciartene, e tutto l’animo hai rivolto alle lascivie, come se i tuoi averi lo comportassero. Per le quali cose ti compiango, temendo che tu non vada incontro ad un male senza rimedio, e non ti riduca in tali angustie da non poterne uscire. E se a me mancasse pure alcuna cosa, son certo, che tu ben sai quanto agevolmente ritroverei chi mi sovvenisse, poichè per la mia maniera di vivere, anche il pochissimo che mi dassero basterebbe a farmi nuotare nell’abbondanza: ma quelli che a te sono amici benchè abbiano quanto basta alla loro condizione, molto più che non hai tu ciò che basta alla tua, tuttavia così ti riguardano, come se dovessero sempre ricevere da te alcuna cosa. — Quindi Cri-