Pagina:Senofonte L Economico tradotto da Girolamo Fiorenzi Tipografia Nobili 1825.djvu/27


XXIII

dosi che non è già la scienza di quella particolar dottrina, ch’è propria della varia natura di ciascuna di queste cose, quella che dà potenza all’uomo di convenevolmente in esse adoperarsi, ma che questo fanno le sole virtù dell’animo, e quell’alta, ed universale sapienza, per la quale assai di leggieri si comprende di qual modo abbia a farsi tutto quello che in ogni cosa particolarmente fa d’uopo. Però ebbe a dire in altro luogo Senofonte, che rispetto a chi abbia quelle virtù che si richiedono a saper soprastare agli uomini, non si trova altra differenza fra una città, o un esercito, o un regno, o qual si voglia altra riunione di moltitudine, che nel solo numero; e il medesimo disse anche Platone: e benchè Aristotile biasimi questa opinione dicendo, che non per numero, ma per natura la città differisce dalla casa, e che diversa dottrina si richiede a saper governare l’una, o l’altra, tuttavia ben si vede che mostra egli di non intendere, perchè essi così dicessero: ma non credo già io che quel sommo ingegno di Aristotile non lo intendesse, e veramente si pensasse, che Platone, e Senofonte non sapessero una casa diversa cosa essere per natura da un esercito, o da una città; e ciascheduna doversi governare con modi particolari; parmi bensì ch’egli prendesse occasione di cavillare su questa loro opinione, perchè cercava ogni via di togliere presso la moltitudine quella riputazione, che