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XVIII

somma loda, perchè pervenutagli quella storia alle mani in modo che poteva sopprimerla senza che alcuno il risapesse, ed aversi la gloria di esser egli lo scrittore della guerra del Peloponneso, con intera fede la pubblicò come opera di Tucidide, e non si curò nemmeno di emularne quella grandezza, e sublimità con cui essa è scritta; ma si contentò di continuarla con uno stile assai più umile, e rimesso, però chiaro e soave. Con somma modestia, e veracità scrisse anche la storia del ritorno dei greci dopo la morte di Ciro, in cui egli ebbe la più gran parte. Compose anche la Ciropedia in cui incominciando dalla nascita dell’antico Ciro viene dimostrando come fu quegli educato, e come si condusse a conquistare l’impero degli assiri: e questo libro fu sempre giudicato un perfettissimo modello per qualunque re, o capitano; e tale si è pure da riputare l’elogio ch’egli scrisse del suo amico Agesilao; ed ancora dal dialogo, ch’egli compose fra Gerone, e Simonide molte utili cose potrebbero apprendervi quelli che seggono nei troni. Un diligentissimo trattato inviò pure al comandante della cavalleria ateniese per ammonirlo di quanto si appartiene a quell’officio; ed essendo questo stato scritto nel tempo che gli ateniesi riconciliatisi con gli spartani facevano guerra ai beozi, egli è da credere che avessero anche tolto allora quel bando, che avevano