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e che debbono condurle al destinato viaggio, alcuni nocchieri, così bene sanno dire e fare, che accendono gli animi di coloro a sostenere di buon grado ogni fatica; altri poi tanto sono da costoro differenti, che appena possono giungere a compiere la medesima navigazione in un tempo al doppio maggiore di quegli altri, e quei primi pieni di sudore, animandosi reciprocamente e nocchieri e galeotti, giungono lietamente a proda; gli altri si stanno pigri, e lenti avendo in odio il nocchiero, ed essendone a vicenda odiati. E al medesimo modo anche i comandanti degli eserciti differiscono gli uni dagli altri, perocchè taluno di essi di tal qualità rende quelli che al di lui comando sono sottoposti, che nè sostener fatiche, nè esporsi a pericoli, nè loro obbedir voglion in cosa del mondo, se non in quanto ne sieno dalla necessità sforzati; solo nel contrastare ai suoi voleri animosi addimostrandosi; e se ben anche alcuna di quelle cose intervenga per cui coperti si rimangono d’infamia, quel comandante nemmeno di questo può fargli sentire vergogna alcuna. Ma quei duci cari agli Dei, che sono animosi e sapienti, sovente prendendo il comando di questi medesimi, o di altri, qualunque e’sieno, tosto li rendono tali, che hanno a gran vergogna di far cosa veruna la quale rechi loro infamia, e si persuadono che meglio sia per essi di essergli ubbidienti; e di codesta obbedienza