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gli torna già il conto di contrastare a quello che Dio ha ordinato, perocchè niuno meglio se la passerà seminando, o piantando piuttosto le cose, di cui abbisogna, che quelle, le quali la terra medesima si compiace di allevare, o di nutricare. Ma se per la negligenza di chi la possiede, non possa alcuna volta la terra dimostrarti la sua naturale potenza, spesse volte più ti dirà il vero il luogo vicino, che la persona vicina: sebbene la terra anche standosi incolta, ne dà indizio della propria virtù, poichè se belle fa le salvatiche piante, ti darà a divedere, che coltivata potrà ogni gentile pianta educare altresì: )⁂( che se poi alcuno non potesse per verum modo conoscere quello, che un terreno sia atto a produrre, nè alcun frutto, o albero di quello possa vederne, e nemmeno abbia da risapere con verità quale ne sia la natura, non è egli troppo più agevole ad ogni persona il prendere sicura esperienza di un terreno, che di un cavallo, o di un uomo? poichè niuna cosa ti mostra essa per farti inganno, ma schiettamente di quello che può, o non può ne dà certo e manifesto indizio. )⁂( In sì fatte guise pertanto anche coloro, che nessuna esperienza hanno dell’agricoltura, potranno agevolmente conoscere la natura di qualsivoglia terra. Di questo diss’ io, o Iscomaco, parmi di essere oramai ben rassicurato; come per timore di non saper conoscere quale sia