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VII

vero che ben si potrebbe mostrare, quando questo il luogo ne fosse, che non già vane parole, ma vera lode si fu quella che attribuivasi agli antichi sapienti, di potere cioè col proprio avvedimento, e colla profondità della loro dottrina dar buon giudizio e delle cose presenti, e di quelle che avessero a venire, e che fossero già state.

La patria poi di Senofonte fu Atene, quella fra tutte le città della Grecia in cui più eccellenti si dimostrarono gl’ingegni, e nelle armi, e nelle lettere, e nelle arti, e in ogni altra laudevole disciplina: e quanto al viverci lietamente, e con diletto io non so se vi sia mai stata, o vi sia ora nel mondo alcuna città, dove questo, meglio che già in Atene, conseguire si potesse. Poichè in prima quivi con sommo studio bellissimi, e fortissimi si rendevano i corpi con ogni qualità di ginnastiche, ed equestri esercitazioni, e si addottrinava piacevolmente la gioventù colla conversazione dei saggi in luoghi aperti, ed ameni, quivi i tempii, ed i pubblici edificii, fabbricati con mirabile architettura, adorni si vedevano di statue, e di dipinture di tanta eccellenza, quanta neppure coll’immaginazione potressimo ora comprendere, ed anche le private abitazioni assai acconciamente erano disposte a tutti gli usi del viver loro, come in qualche parte da questo medesimo libro si potrà conoscere: quivi pure i campi studiosamente coltivati vaghissimi erano