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straordinaria, e maravigliosa potenza? Ma siffatte persone a ciascuno è agevole di lodarle: tu poi, o Iscomaco, siegui ora a parlarmi di quello, che avevi già incominciato, come cioè adoperi per aver buona salute, come per renderti robusto, come perchè ti sia consentito di poterti salvare nella guerra senza macchia di viltà; dell‘acquistar poi le ricchezze mi basterà, diss’io, di udirne in ultimo. Ma io avviso, rispose Iscomaco, che queste cose di loro natura si seguitino tutte l‘una appresso l’altra, perchè, avendo di che bastantemente nutrirsi, io fo ragione che colui, il quale si anderà esercitando nella fatica, dovrà anche mantenersi in ottima salute, e la medesima fatica gli acquisterà ancora la robustezza: addestrandosi poi negli esercizii della guerra più agevolmente si potrà salvare senza viltà nelle battaglie: e accostumandosi a prestare ad ogni cosa la convenevole cura, ed a non abbandonarsi all‘ozio, ed alla mollezza, egli si è ben naturale, che la sua casa si vada sempre accrescendo con modi onorevoli. Fino ad un certo punto, diss’io, o Iscomaco, ti ho bene inteso, cioè come tu dici, che quell‘uomo, che si affatica, che ha di tutto diligente cura, e che sa rendersi ben destro, con più di facilità si procaccia egli qualunque sorta di beni: quali poi sieno quelle fatiche, che tu adoperi a mantenerti sano e robusto, e come ti addestri negli esercizii della guerra, e con