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che nel corpo del cavallo vi sia soprabbondanza di umori ed abbia bisogno di esser purgato; ovvero che per istanchezza vorrebbe riposare, o che del mal dell’orzuolo o d’altra infirmità sia molestato. [Modo di conservar sano il cavallo] Perche è da sapere che non altrimenti nel cavallo che nell’uomo si provvede molto meglio a tutte le infirmità nel principio che quando hanno preso piede e fattasi larga strada. Ma in quella maniera che per far star sano il cavallo vien usata gran diligenza nel dargli da mangiare e nell’esercitarlo, così è necessario procurare che mantenga buoni i piedi. Or le stalle con suolo umido e tenero guastano anco l’unghie, le quali da sè sono buone. Però lo abbiano pendente, accioche si scolli la umidità: e per provedere alla tenerezza si salleggino pietre grandi come l’unghia. Perche anco mentre i cavalli stanno in stalle così fatte, fanno miglior piede. Apresso di questo il famiglio meni fuori il cavallo dove lo streggia, e lo sciolga dalla mangiatoia dopo il mangiar della mattina, accioche ceni con miglior appetito. La stalla sarà fabbricata per eccellenza ed aggrandirà i piedi al cavallo, se di fuori ella sia lastricata con quattro, ovvero cinque carri di pietre rotonde grandi un palmo, di peso d’una libra inchiavate con arpesetti di ferro, siche non possano scompagnarsi. E condotto il cavallo sopra di queste in vece di una via sassosa, facciasi ogni giorno star ivi alquanto; percioche o streggisi, o sia punto dalle mosche, di necessità egli eserciterà le unghie come se caminasse. Assodano oltre di ciò le pietre poste in questa maniera il fetone del piede. Ma la medesima diligenza che noi abbiamo d’intorno la sodezza delle unghie bisogna avere anco alla tenerezza della bocca. Mi par similmente che sia carico del cavaliere insegnare al famiglio come debba governare il cavallo. Dunque prima d’ogn’altra cosa gl’insegnerà a non aggroppar mai la corda della cavezza, quando lega il cavallo alla mangiatoia, dove egli mette la cima della testiera. Perche russando spesso con la testa il cavallo d’intorno alla mangiatoia, se il ciuffo fra le orecchie è impedito, spesse volte vi si fa piaga; onde essendo queste parti piegate il cavallo con maggior difficoltà si lascierà streggiare e metter la briglia. Gioverà parimente comandare al famiglio che ogni giorno porti fuori in un luogo il letame ed il pagliazzo sporco; perche a questo modo egli averà minor fatica e farà benefizio al cavallo. Bisogna appresso questo che il famiglio sapia con la cavezza fare il musaruolo al cavallo ogni volta che lo mena a streggiare, ovvero a voltolarsi. E finalmente in ogni luogo, dove senza briglia di condurlo faccia mestiero, gli metterà il musaruolo. Per-