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vero gambe di dietro, e di quegli ossi li quali, come abbiam’ detto di sopra, si nominano (κυνήποδας) e dell’unghie si deve intender il medesimo che ho detto di quelle dinanzi. Ora distenderò il modo il quale se tu osserverai, non sia possibile che tu t’inganni a provvedere la grandezza del cavallo; percioche quel polledro il quale subito nato averà le gambe molto alte, sempremai riesce grandissimo. Conciosiache le gambe di tutti gli animali da quattro piedi col tempo non crescano in lunghezza; ma il corpo cresce ben egli alla loro proporzione. Se questi ammaestramenti saranno osservati, quando si farà elezzione de’ polledri, io son sicuro che ognuno si fornirà di cavalli non solamente con ottimo piede e forti e ben disposti; ma belli e grandi per eccellenza. Nondimento se ne saranno di quelli che nel crescere facciano qualche mutazione; non rimarremo però di osservare nell’eleggerli i ricordi che abbiamo detti, senza pensare ad altro; perche al sicuro molti più diverranno di bruti belli, che di così fatti bruti. [Come si possa domare il polledro] Ora ho deliberato spiegare il modo che si deve tenere quando si cavano fuor delle razze. Egli è manifesto che nelle città loro sogliono mantener le razze, li quali sono i più ricchi e di maggior riputazione; nondimeno sarebbe assai meglio che piuttosto i giovani attendessero alla sanità loro ed alla fortezza del corpo ed al maneggio de’ cavalli ovvero ad esercitarsi sotto qualche buon cavalcatore che perdere il tempo a domar polledri; e gioverebbe anco più a’ vecchi che impiegassero le lor fatiche in casa con gli amici, e ne’ governi pubblichi così in pace come in guerra che trar polledri fuor della razza. Onde per mio consiglio colui che fa professione di cavaliere cavando il polledro della mandra il metterà in mano al cozzone, di maniera però che non altrimenti di quello che si fa, quando mandiamo i figliuoli al maestro fuor di casa, gli dia in nota che sorte di ammaestramenti debba insegnargli. Perche questo sarà come una memoria al cozzone che gli ricorderà, come si sia obbligato ammaestrare il polledro, se egli vuol essere pagato. Ma bisogna avvertire che il polledro, quando si dà al cozzone sia domesticato e si lasci maneggiare, e faccia carezze all’uomo; le quai cose per lo più si fanno in casa da quei famigli di stalla che sanno avvezzarli a conoscere che la ferocità loro, facendoli star senza strepito e soli, è cagione che patiscono fame e sete; ma dall’altro canto che l’uomo è quello che porge loro il mangiare ed il bere, e li libera da ogni travaglio. Perche con questa sorte di diligenza non solamente gli uomini sono amati da’ polledri; ma eziandio per forza desiderati. Bisogna pari-parimente