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62 ottica fotografica

foco principale sparirà l’immagine, ossia si formerà a una distanza infinita, perchè i raggi riflessi dallo specchio hanno acquistato una direzione parallela.

Portando finalmente la candela ancor più vicino allo specchio, oltre il foco principale nel punto , per esempio, l’immagine ricomparirà non più avanti allo specchio, ma dietro di esso. Ciò succede perchè i raggi riflessi dello specchio sono divergenti relativamente all’asse, epperciò non producono alcun foco coniugato reale, ma, se si suppongono prolungati dietro dello specchio, i loro prolungamenti concorrono in un punto situato sull’asse, di modo che l’occhio, che li riceve riflessi, prova la stessa sensazione come se questi raggi provenissero dal punto , presso cui vede l’immagine della candela. I piccoli specchi rotondi che si trovano dai parrucchieri, e che fanno vedere la faccia ingrandita sono specchi curvi il cui centro di curvatura è così distante da permettere all’osservatore di collocarsi tra il foco principale e lo specchio. Quando l’immagine si forma dietro dello specchio, essa è diritta, e chiamasi immagine virtuale, e foco virtuale il punto presso cui si fa l’immagine, perchè non risulta da una reale riunione di raggi, ma solo da una apparente riunione. Invece quando l’immagine si forma davanti allo specchio, essa è rovesciala, e chiamasi reale, e risulta da una reale riunione di raggi. Negli specchi piani, come abbiamo veduto, l’immagine è virtuale. Lo stesso succede negli specchi convessi, nei quali l’immagine oltre all’apparire sempre dietro alla superficie dello specchio, è più piccola dell’oggetto, e tanto più piccola quanto più cresce la distanza dell’oggetto.

Ci rimarrebbe a parlare degli specchi parabolici, che sono capaci di concentrare i raggi paralleli in un punto unico perchè vanno esenti dal difetto dell’aberrazione sopra accennato, ma saremmo tratti troppo lungi dal nostro scopo essenziale.