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parte prima. | 61 |
si avvicina anche essa al centro, dipende da ciò che i raggi incidenti LK, Lm formano colle normali CK, Cm gli angoli di incidenza LKC, LmC eguali agli angoli di riflessione lm C, I K C, e questi angoli si conservano sempre eguali, per cui diminuendo od accrescendo gli uni, coll’avvicinare od allontanare la sorgente luminosa, si diminuisce o si accresce gli altri nella stessa proporzione, per cui l’immagine si forma o più lontano, o più vicino allo specchio.
Il punto l, in cui vanno ad incontrarsi i raggi riflessi dello specchio, chiamasi foco coniugato, per indicare la connessione tra i punti l ed L, connessione tale, che l’uno genera l’allro, cosi se la candela si posta in l, la sua immagine va a fermarsi in L, che diventa il foco coniugato dcH’oggelto posto in I, e ciò succede perchè i raggi riflessi diventano raggi incidenti, e viceversa; i due punti L ed l sono perciò i due fochi coniugali dello specchio.
Portando la candela nel centro di curvatura C gli angoli di incidenza «e di riflessione dei raggi sono nulli, l’imraagine della candela coincide colla candela stessa, e si confonde con essa,
Fig. o.
perchè le’ rclle che uniscono il centro di curvatura C colla superline dello specchio sono perpendicolari allo specchio relativamente ai punti di incontro, o ai piani tangenti che li contengono.
Se ora dal centro C si porla la candela più vicino allo specchio, in modo da accostarla al foco principale F si osserverà che il suo foco coniugato, ossia la sua immagine se ne allontana rapidamente crescendo di estensione. Giunta la candela nel