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note. | 47 |
Egli è impiegando i mezzi che vengo dall’indicare che io ho ottenuto delle prove negative. In quanto alle prove positive, non avendone fatto, non ne parlerò; ma io presumo che si può operare come per la carta, oppure mettendo le sostanze nell’amido, ma non nell’albumina, che non bisognerà neppure passare nella soluzione di sal marino.
Se si preferisce a continuare l’uso della carta, io raccomanderò di ricoprirla di uno o due strati di amido o di albumina, e si avrà allora la stessa purezza di disegno che per le prove che io feci all’iodio; ma io credo che ciò non varrà mai un corpo duro e polito ricoperto di uno strato sensibile.
Io aggiungerò che si potrà ottener delle prove positive assai belle sopra vetro appannato.
Non sarebbe da sperare che con questo mezzo si giunga a tirare delle prove dalla pietra litografica, non fosse che segnando colla matita il disegno riprodotto, se non si può annerirlo altrimenti? Io ho ottenuto delle bellissime prove sopra di un scisto (pietra a rasoio) rivestito di uno strato di albumina. Coll’aiuto di questo mezzo gli incisori su rame e su legno potranno ottenere delle immagini che loro sarà facilissimo di riprodurre.
(7) sullo stereoscopio.
Per capire in qual modo lo stereoscopio produca l’illusione del rilievo quando con esso si osservano due immagini di uno stesso modello sopra di un piano, dobbiamo ricordarci che con un occhio solo noi non abbiamo che la prospettiva degli oggetti che osserviamo, senza del rilievo, il quale dipende dallo abbracciare contemporaneamente coi due occhi i contorni a destra ed a sinistra degli oggetti che ci stanno davanti.
Leonardo da Vinci nel suo trattato della pittura ha le seguenti osservazioni sulla visione, per venire a dar ragione del fatto che le cose ritratte dal naturale non paiono del medesimo rilievo di quello che esse hanno naturalmente.
Tali osservazioni servono in singolar maniera a spiegare i fenomeni dello stereoscopio e sono di un interesse storico molto grande.
«Capo 53. Li pittori spesse volte cadono in disperazione del loro imitare il naturale, vedendo le loro pitture non avere quel rilievo e quella vivacità che hanno le cose vedute nello specchio, allegando loro aver colori che di gran lunga per chiarezza e per oscurità avanzano la qualità dei lumi e ombre della cosa veduta nello specchio, accusando in questo caso la loro ignoranza, e non la ragione, perchè non la conoscono. Impossibile è che la cosa dipinta apparisca di tal rilievo, che si assomigli alle cose