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note. 35

pius albam tabulam foramini oblique opponendo, atque e regione foraminis inspicientes, videbamus fere recta, sed pyramis per obliquum dissecta, sine proportione homines et imperspicuos ostendebat. Sed tali modo ita fies voti compos. Opponito foramini specillum e convexis fabricatum, inde in speculum concavum imago resiliat. Distet speculum concavum a centro, nam imagines quas obversas recipit, rectas reddit, ob centri distantiam. Sic supra foramen et papyrum albam iaculabit imagines rerum obiectarum, tam clare et perspicue ut non satis laetari, non satis mirari possis. Id tamen duximus admonendum, ne opera frustreris quod proportionati sint oportet circuli specilli, et concavi portio, quomodo id assequaris pluries hic declarabitur. Docebimus etiam:

1° Quomodo fieri possit ut in cubiculo venatus, hostium praelium, et alia praestigia appareant;

2° Quomodo solis eclipsis videri possit;

3° Quomodo in tenebris ea conspicias, quae foris a facibus illuminantur;

4° Quomodo sine speculi, ed alterius visibilis rei visione pendula imago in aere videatur;

5° Quomodo neque visibile neque speculum spectetur, sed imago sola in cubiculi medio pendula videatur etc.

Per amore di brevità rimandiamo all’opera precitata il lettore che fosse curioso di conoscere queste applicazioni della camera oscura.




(2) primi esperimenti fotografici di wedgwood e davy.

Noi dobbiamo a Wedgwood la prima idea di usare i raggi del sole per delineare col loro mezzo gli oggetti attraverso di cui si fanno passare. Sin dal 1802 egli pubblicò nel Journal of the royal Institution una memoria sopra di un metodo di copiare pitture su vetro e di fare profili col mezzo dell’azione della luce sul nitrato di argento; una tale memoria era accompagnata da alcune osservazioni fatte da H. Davy. Le più importanti indicazioni che essa contiene sono compendiate nel seguente estratto.

La carta bianca, o la pergamena bianca, inumidita con una soluzione di nitrato di argento, non subisce alcun cambiamento quando viene conservata in un sito oscuro, ma venendo esposta alla luce del giorno essa prontamente cambia di colore, e dopo di aver passato per differenti gradazioni di grigio e di bruno diventa al fine quasi nera. Le alterazioni di colore succedono più prontamente in proporzione che la luce è più intensa. Ai raggi diretti del sole due o tre minuti sono sufficienti per pro-