Pagina:Sella - Plico del fotografo.djvu/506

484 procedimenti - parte terza.

d’acqua filtrala per allontanare tutto il cloruro d’oro che potesse ancora rimanere su di essa.

Ora l’operatore tenendo la lamina verso di sè inclinata, la porla sopra la fiamma della lampada per riscaldarla e seccarla, e va via agevolando l’essiccamento col soffiarvi sopra il suo fiato.

Se l’operazione procederà in modo regolare, e se il calore dato dalla lampada nell’essiccamento è abbastanza forte, senza essere eccessivo, si otterrà una magnifica prova, vigorosa, di un’estrema freschezza, con un insieme di tinte e di dettagli che non lascia nulla a desiderare, e non rimarrà più altro a fare che ad inquadrarla su adattata cornice ( passepartout ) come si usa.

Osservazione.

Riproduzione eoi messo del galvanismo. — Quando in una soluzione di solfato di rame si pone una prova digherrolipa, ed una lastra di rame, e si fanno entrambi, col mezzo di fili conduttori, comunicare con una pila voltaica di Daniel, si può ottenere, come venne osservato da Ch. Chevalicr (a), una perfetta copia incavata dell’originale.

Per ottenere un risultato passabile bisogna che la prova sia. fortemente accusala, ed è indispensabile che essa sia stala fissata col cloruro d’oro nel modo predetto.

1° S’incomincia per preparare una soluzione concentrata di solfato di rame (4 chilog. di acqua sciolgono circa 1 chilog. di sale) e si pone questa soluzione nel vaso esteriore della pila; quindi si riempie il diafragma, o tubo poroso interno, con una soluzione di sale comune, che è preferibile all’acqua acidulata con acido solforico.

2° Si salda sul rovescio della prova un filo di rame, quindi si ricopre di cera il rame della prova ed il rame del filo che viene ad immergersi nel solfato, e si salda un altro filo di rame ad una lamina pure di rame e della stessa dimensione della prova.

3° Si fissa il filo conduttore della prova nel zinco della pila, ed il filo dell’anodo di rame si fissa nel cilindro di rame della pila. L’anodo e la prova debbono stare di fronte l’un l’altro, ben paralleli, e tra loro distanti circa 4 centimetri.

(a) Guide du Photographe, par Charles Cbevalier. Paris, 1854.