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prove su lamina. 483

rnOVB SU LAMINA.

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trala, o distillata se occorre, e cbc si rinnova alcune volle, per effettuare un compiuto lavamenlo.

Ora si può ese-.i ’re la prova al libero contatto della luce, essa è fìssala. lì se si trova clic è ben riuscita sarà pregio dell’opera il fissarla col cloruro d’oro, il quale con indebolire il riflesso metallico dell’argento farà acquistare al disegno una tinta più ricca, vigorosa e piacevole.

Ciò che i fologrrfi su lamina designano col nome di cloruro d’oro è una prep; razione dovuta al signor Fizeau, la quale si può ottenere

4° Sciogliendo da una parlo

1 gramola di cloruro d’oro neutro in 500 » acqua

2" Sciogliendo dall’altra

4 grammi di iposolfito di soda in 500 » acqua,

quindi mischiando le due soluzioni nel modo seguente.

Si agita con una spatola di legno, o di vetro la soluzione di iposolfito di soda, e nel medesimo tempo sì fa cadere sopra di essa, a poco a poco, con sotti! getto, tutta la soluzione di cloruro d’oro. Il precipitato a misura che si va formando si scioglie nel miscuglio La soluzione ottenuta si filtra, e si conserva all’oscuro.

Ora ecco in qual modo giova prendersela per clorurare la prova.

Si pone la prova su di un treppiede orizzontale, si ricopre con tanto cloruro d’oro, quanto la lamina è capace di contenerne, indi, transitando sotto di questa una lampada ad alcool accesa, si riscalda la prova sino a che essa, col sorgere di una folla di bollicine, abbia ricevuto un grande splendore, e che le bollicine si siano divelle dalla lamina per la forza del calore. Col mezzo di una tanaglielta si afferra ora per l’apice di un angolo la lamina, si scaccia di un tratto il liquido soprastante e tosto la si immerge in un bacino ripieno d’acqua. Si riprende la lamina colla tanaglielta, si diluvia con un forlè getto