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482 | procedimenti - parte terza. |
esporsi troppo ai vapori del mercurio, dannosi a respirare. Coll’uso il mercurio si ricopre di uno strato di ossido nero che lo pregiudica nella saa facoltà di sviluppare l’immagine; bisognerà liberamelo, filtrandolo a li uvei so di una pelle di camoscio, minutamente perforata, oppure facendolo semplicemente passare sopra di un bioccolo di cotone posto al fondo di un imbuto di vetro.
Se invece di sviluppare l’immagine col mercurio si pone la lamina impressionala dietro di un vetro rosso o giallo, e quindi si espone il tutto alla luce, l’immagine fotografica sotto l’azione della luce rossa o gialla si sviluppa egualmente. Questa proprietà assai curiosa non è però di un vantaggio diretto per la pratica, perchè le prove che così si possono produrre sono sempre assai i -perfette. E poi cosa singolare che il vetro gi Ilo basta per sviluppare l’immagine sopra lamine semplicemente iodate, mentre è indispensabile il vetro rosso, quando dopo dell’iodamenlo si fece uso di cloro, o di bromo per accelerare la formazione dell’immagine.
Operazione V.
Fissare tunimujine.
L’immagine di Dagucrre vuole esser fissata in modo alTallo analogo a quello preconizzato per le prove negative su albumina, collodio e carta. Laonde adattala la Irmina da fissare in uu appropriato bacino si versa sul disegno, e d un sol tratto, una soluzione composta di
40 parli di iposolfito di soda tOO » acqua.
Questa soluzione deve previamente essere stala filtrata per due volte almeno, essendo affare di sommo rilievo pel buon esito che la soluzione non contenga la piu piccola impurità, e sia affatto limpida.
Quando il coloramento blù, o violaceo della prova sarà tolto dall’iposolfito, e la lamina avrà riguadagnato il suo naturale splendore. si introduce la prova in un bacino ripieno di acqua fil