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474 | procedimenti - parte terza. |
sollili bottoni metallici che servono a contenere la lamina. Una vite di legno o di ferro attinente alla tavoletta serve a fissare questa sul margine di un tavolo. Due brunitoi di legno oblunghi, coperti di pelle di daino o di velluto, provvisti di un manico, servono a dare l’ultima mano di pulimento alla lamina. La semplice visita di questi istrumenti ne insegna più di quello che io fossi per dirne.
Si prende la lamina metallica, e prima di assoggettarla alla tavoletta fissata sul margine di un tavolo, si passa un ferro per tutta quanta è la lunghezza de) suo perimetro, onde smozzarne gli spigoli taglienti, che potrebbero guastare, lacerare i brunitoi.
Si fa un miscuglio di alcool a 3G° e di essenza dì IremCulina a parli eguali, si inumidisce con esso un bioccolo di cotone, con un fiasco ricoperto di mussolina si semina sulla lamina tripoli di Venezia calcinato e porfirizzato, quindi col cotone inumidito si stropiccia fortemente sullo strato d’argento. Dopo un certo tempo si sparge sulla lamina una nuova quantità di tripoli, e si strofina con un secondo bioccolo di cotone inumidito. Finalmente con un terzo bioccolo asciutto, e senza aggiungere nè tripoli, nè altra polvere di sorta, si stropiccia ancora la lamina, effettuando sempre un moto circolare sopra di essa, dal centro agli orli e dagli orli al centro, sino a renderla ben tersa e pulita.
Giunto che sia l’operatore a questo punto, non deve lusingarsi che la sua lamina sia brunita abbastanza bene. Per poco che egli osservi minutamente la superficie ripulita discernerà sopra di essa una folla di linee circolari che si debbono assolutamente far scomparire.
A quest’effetto si sparge una parca quantità di polvere di rosso d’ Inghilterra, lavato con ammoniaca liquida e perfettamente secco, sopra di uno dei due brunitoi; quindi con vivacità si strofina il brunitoio sulla lamina, dapprima nel senso diagonale, ossia da un angolo all’altro delia lamina, sinlanto che le linee circolari lasciate dal cotone siano scomparse; dopo si strofina, ma più dolcemente, nel senso perpendicolare alla direzione verticale dell 1 immagine che si tratta di produrre; e finalmente si darà l’ultima mano con il secondo brunitoio, sul quale noo sia posta alcuna polvere di sorla, uè materia alcuna.