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introduzione. | 27 |
10° Fotografie microscopiche.
Si producono dai fotografi delle fotografie, che si potrebbero dire microscopiche, perchè sono così piccole, che i varii oggetti rappresentati sono appena percettibili, ed i dettagli di essi affatto invisibili. Queste immagini si chiamano spesso microfotografie, nome che alcuni applicano anche alle fotografie di oggetti microscopici. Le microfotografie sono destinate ad essere osservate in un microscopio che ingrandisca da 50 a 100 volte.
Questo genere di immagini sembra più curioso che utile, e per ottenere un risultato nel prepararle, o si pone l’oggetto lontanissimo dalle lenti, nel qual caso però l’immagine ha poco rilievo, perchè non accusa le distanze; oppure si fa uso di una lente, il cui foco sia cortissimo, p. e. di due o tre centimetri soltanto. Una tal lente è munita di un piccol telaio, in cui si possa mettere una piccola laminetta di vetro ricoperta di uno strato di collodio sensibile. Con questa disposizione si può prendere delle perfette fotografie di oggetti a moderata distanza, che vedute colle lenti del microscopio accusano tutti i dettagli degli oggetti, e che ad occhio nudo non presentano forma determinata, ma solo una macchia di niun significato, e della grandezza di uno o due millimetri.
La più grande difficoltà nell’ottenere queste produzioni è la messa al foco. Questa si può effettuare sullo stesso strato sensibile, quando questo è sufficientemente denso, e translucido, non trasparente, frapponendo fra esso e la lente un vetro giallo nel momento del fochizzare, ed esaminando l’immagine con un potente microscopio per ottenerla della massima nitidezza. Per la cortezza del foco la differenza tra il foco chimico e visuale non è sensibile. Queste microfotografie si coprono poscia con una laminetta di vetro, la