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452 procedimenti - parte seconda.

PARTE SECONDA

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nostro raso, osso è più stabile. Tuttavia la soluzione alla lunga depone un precipitato nero di solfuro d’argento, principalmente se sopra di essa si lascia agire liberamente la luce.

CoH’introduzione del nitrato d’argento nell’iposolfito di soda f instabilità delfiposolfito d’argento viene resa più grande di quello che sia quando non si introduce in esso che del cloruro d’argento. Se nel sensibilizzare la carta si fece uso di nitrato d’argento leggermente acido, vi è rischio che nel momento in cui si porta la prova nel bagno fissatore, l’iposolfito d’argento, che si produce, si decomponga parzialmente sulla carta stessa, e così abbiano origine sui bianchi del disegno delle macchie brune indelebili di solfuro d’argento. Se l’iposolfito di soda è egli pure acido e piuttosto dilungato, questo rischio è maggiore, e se è neutro e concentrato sarà minore. Ma se si rende l’iposolfito fissatore leggermente alcalino, oppure se si trasforma preventivamente in cloruro il nitrato d’argento, trattando la prova con apposita soluzione, si ripara a questo pericolo di macchiare le prove; facendo agire sulla prova i liquidi coloratoli prima di fissarla coll’iposolfito, ed operando come vedremo a suo luogo, non vi sarà alcuna probabilità di macchiare l’immagine, quando anche il nitrato d’argento fosse con reazione acida molto pronunciata.

2“ Tetralionatn di soda. — Un bagno di iposolfito vecchio, alterato dall’immersione in esso di molle prove impregnale di cloruro e nitrato d’argento, contiene del letrationato di soda che è un composto sulfureo alterabilissimo, ed ò a questo che esso deve sostanzialmente la sua proprietà di colorare in nero-violaceo le prove che si volesse fissare con esso. I, iposolfito d’argento che rimane nel bagno concorre in un grado molto minore alla produzione deU’elTetlo.

II letrationato di soda, che alla lunga si produce coll’uso dell’iposolfito di soda, si può preparare in modo subitaneo coll’introdurre nel bagno del percloruro di ferro, dell’iodio, del ciò ruro d’oro.

Questo sale è, come l’acido iposolforoso, capace, di entrare in una via di decomposizione spontanea senza avere l’inconveniente di alterarsi così prontamente come quest’ultimo. Ciò fa si che la soluzione conservi la sua altitudine al coloramento delle prove per un