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hanno pure ottenuti risultati consimili e più perfetti. Sono celebri le astrofotografie ottenute da De la Rue a Londra, da Faye e Porro a Parigi, e dal R. P. Secchi a Roma.

Le immagini della Luna sono quelle che hanno eccitato la più grande attenzione per la perfezione con cui vennero ottenute. Si giunse persino a riprodurre immagini stereoscopiche di questo nostro satellite che, maraviglioso a dirsi, accusano perfettamente la sua forma sferica, e danno una sensazione decisa delle sue altezze e delle sue depressioni. Per produrre queste prove stereoscopiche della luna si riuniscono due a due delle immagini della luna, prese sensibilmente nella stessa fase, ma non in uno stesso periodo di librazione.

Nel prendere l’immagine degli astri si poterono fare paragoni tra i poteri fotogenici della luce della luna, e di quella degli altri pianeti e delle stelle, e si trovò p. e., che la luce di Giove è tre volte più fotogenica che la luce della luna, e che la luce di Saturno è 12 volte meno energica chimicamente che non la luce di Giove. Si osservò che le parti della luna illuminate dal sole obliquamente sono poco fotogeniche, quantunque appariscano all’occhio altrettanto illuminate e brillanti, che quelle illuminate verticalmente.

Non meno interessanti per la scienza sono le fotografie del sole, tra cui accenneremo quelle dell’eclisse del 15 marzo 1858, che vennero prodotte in Parigi col grande rifrattore costrutto da Porro, che ha 52 centimetri di apertura e 15 metri di lunghezza focale. Le fotografie dell’eclisse ottenute da questo oggettivo colossale, sono di tale grandezza che la immagine del sole è del diametro di 15 centimetri, ed il tempo che occorse per produrla su collodio sensibile fu di una piccolissima frazione di secondo.

Per evitare la difficoltà che nasce dalla non coincidenza del foco chimico col foco visuale, che sempre si incontra nei rifrattori astronomici, nella costruzione dei quali si ha più riguardo ai raggi luminosi visibili, che ai raggi chimici