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negative su collodio. 413

si pone sopra di un fondo nero, si ha sott’occhio una prova positiva, la quale sarà tanlo più perfetta, quanto più l’esposizione non sarà slata troppo prolungala. Infatti con una posa molto lunga le parti oscure del modello, avendo tempo di decomporre, di ridurre parzialmente il sale d’argento sensibile alla luce, producono una impressione corrispondente che diminuisce o toglie la trasparenza necessaria nelle ombre.

In questa prima parte dei procedimenti fotografici essendoci noi prefissi di trattare specialmente delle prove negative, sembra fuori di luogo questa osservazione che tratta delle prove positivo dirette. Tuttavia ci siamo decisi a mettere in questo luogo la descrizione del procedimento che conduce ad ottenere direttamente delle positive invece di prove negative, per la grandissima analogia che le manipolazioni di questo procedimento hanno colle manipolazioni or ora descritte, per cui basterà accennarle per farci tosto comprendere dal lettore, che abbia imparato a conoscere il modo di produrre le prove negative, mentre se dovessimo aspettare a trattare di questo procedimento nella parte in cui si descrive il modo di produrre su carta le positive, dovremmo forse ripetere la descrizione delle manipolazioni sopraddette.

Il procedimento delle positive dirette viene praticato in grande da alcuni fotografi di professione, non tanto per la bellezza artistica de’ suoi prodotti, quanto per la facilità dell’esecuzione, il piccol costo e la economia di tempo che esso offre. Questo procedimento venne in Inghilterra chiamato col nome di procedimento alabastrino, perchè col suo mezzo si ottengono prove che presentano nei bianchi l’aspetto dell’alabastro.

La prova debole fissata col solo iposolfito presenta una immagine positiva, quando la si osserva per luce riflessa sopra un fondo nero, che è leggermente bruna, ed essa non è quella che si intende sotto il nome di alabastrina. Una prova alabastrina della massima purezza si ottiene:

f° Quando il bagno sensibilizzatore venne reso acido con acido nitrico, p. e. con 1 per 100 di acido nitrico.

2° Quando lo sviluppatore è composto con solfato di ferro invece di essere composto con acido pirogallico, p. e.: