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negative su collodio. 409

Quando si ha una provo a (issare, bisogna dunque fare attenzione che nella camera attigua al gabinetto oscuro, in cui si vuole eseguire questa operazione, siano all’ordine i liquidi fissatori, e che vi sia dell’acqua in abbondanza; che l’aria non sia agitala, perchè allora essa trasporla della polvere che, venendo a cadere sulla prova, la guasta, e ciò facilmente succede quando si forma un tiro d’aria tra due aperture opposte.

La prova sviluppata e lavala con acqua si deve subito fissare appena sortita dal gabinetto oscuro, e per ciò eseguire la si ricopre tutta colla soluzione fissalrìce, e questa si lascia sullo strato sino a che esso abbia perduto il suo aspetto biancastro, opaco, e sia diventato perfettamente trasparente nei bianchi.

Cn tale effetto, quando il collodio non era troppo denso e contrattile, e non era preparato con una quantità di ioduro e bromuro troppo grande, succede molto presto, p. e. in due o tre minuti di tempo, specialmente quando l’iposolfito di soda iO per 100, o la soluzione di cianuro di potassio sono da poco tempo in uso.

Appena che l’operatore vede essere perfetta la trasparenza, verserà nel vaso ad hoc la soluzione fissalrice, e quindi laverà la prova facendo cadere sopra di essa un soltil getto di acqua, la quale acqua è bene che sia stata per alcun tempo in riposo, oppure sia stala filtrala per tela fitta o per carta bibula, perchè le impurità che l’acqua corrente contiene in sospensione sono capaci di attaccarsi allo strato e diminuire la sua purità. La quantità di acqua che può occorrere per lavare una prova di placca (a) intiera, quando la si fa cadere in forma di sottile getto, è circa di un litro, e ciò servirà di norma ai principianti che ora lavano troppo poco, ora lavano troppo lungamente la prova, con pericolo di lacerarla

Una precauzione che l’operatore deve prendere nel fissare, e da cui dipende in gran parte la perfetta riuscita, è questa che si deve evitare per quanto è possibile che il liquido fissatore

(a) Questo gallicismo viene spesso usato dai fotografi italiani. Esso non lo trovo nel dizionario del Trainater, Napoli 1830. Si dovrebbe dire lastra oppure anche piastra.