Pagina:Sella - Plico del fotografo.djvu/406

384 procedimenti - parte prima.

estremità, nel qual caso le parli verso al centro sarebbero meno nitide, il che deriva dalla curvatura dell’immagine formala dalla lente, mentre il vetro spulilo è piano, per cui verso le estremità esso è più lontano dalla lente che verso il centro. Ora si lira la prova procurando che lo strato sensibile venga ad occupare esattamente il piano o la posizione occupata dal vetro smerigliato. La prova ottenuta se è nitida verso il centro indicherà che il foco chimico coincide col foco visuale, se invece è nitida verso gli orli, sarà indizio che il foco chimico è più lontano dalla lente, e se essa non è nitida verso il centro e lo è meno ancora verso le estremità, allora il foco chimico è più vicino alla lente, che non il foco visuale.

Sapendosi in qual direzione sta il foco chimico, è facile trovare la giusta posizione di esso, e così la differenza dal foco chimico al foco visuale, operando come segue.

Messa l’immagine al foco nel vetro spulilo si fa un segno colla punta di un temperino sul tubo più piccolo deil’oggellivo, nel punto in cui esso incontra la estremità del tubo più grande entro cui può scorrere ad attrito, e quindi il tubo si fa scorrere di un millimetro nella direzione del foco chimico, e poi si lira una seconda prova. Questa ordinariamente non sarà ancora sufficientemente nitida, perciò si fa un’ altra prova avanzando di un altro millimetro, e così di seguilo sino a che si trovi la massima nitidezza possibile nella prova che si ottiene, e per poter tener conto della differenza tra i due fochi si fa ora un altro segno nel tubo deil’oggellivo. La distanza tra un segno e l’altro rappresenta la distanza di due caustiche della dispersione, come direbbero gli ottici, ossia rappresenta la differenza dal foco chimico a) foco visuale.

Il fotografo ogni volta che prenderà una veduta dovrà tener conto di questa differenza, ossia dovrà correggere il foco facendo scorrere il tubo deil’oggellivo, o la culatta mobile della camera oscura di questa quantità, e così potrà raggiungere colla superfìcie sensibile la posizione del foco chimico.

Per le vedute, operandosi sempre con oggetti mollo lontani che inviano pennelli luminosi quasi paralleli, si può ammettere che la differenza focale deU’oggetlivo sia costante; epperciò, onde non avere a modificare il foco ogni volta che si prende una veduta,