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362 procedimenti - parte prima.

nel liquido, dal quale tubo il liquido verrà condotto in altro più piccolo fiasco. 1 due tubi sono uniti al fiasco col mezzo di turacciolo di sovero perforalo.

Il collodio decantato si deve chiudere nel suo fiasco con buon turacciolo di sovero che chiuda benissimo. I turaccioli smerigliati rimangono così aderenti seccando il collodio intorno ad essi, che alle volle si è costretti di rompere il collo del fiasco col mezzo di una lima e di una forte pressione per eslrarne il liquido. I fiaschi in cui si pone il collodio per conservarlo debbono essere piccoli, della capacità di 30 grammi d’acqua circa, ossia di 30 C> C’ o poco più. Questi fiaschelii si riempiono quasi sino a toccar il turacciolo di sovero, e si tengono a parte all’oscuro, oppure anche ad una luce diffusa non troppo forte se il collodio è iodurato con ioduro di cadmio. La quantità di collodio che essi contengono è sufficiente per collodionare una lastra delta di piastra intiera, ed anche una lastra di grandezza maggiore. Il fiasco, quando ha servito per una lastra, si mette a parte per poi terminare di riempirlo alla sera, e quindi servirsene nuovamente nel giorno dopo. Ma non si deve se è possibile impiegare nel giorno stesso, perchè i precipitali che si sollevano dal fondo nel versare il collodio, e le impurità che questo incontra nelle I sire lo rendono più o meno torbido, proclive a lasciare le prove con puntini neri, ecc.

Operazione II.

Collodionare le Uulre di vetro.

Il collodio si stende più facilmente dell’albumina sul vetro in modo uniforme, per la proprietà, che esso possiede, di seccarsi prontamente, e di non temere le ripulsioni dalle sostanze grasse.

Le lastre di vetro a collodionare si lavano e si ripuliscono esattamente nel modo che abbiamo detto per quelle destinale ad essere albuminate, ed il ripulimento si protrae anche qui sino a che il fiato alitatovi sopra si condensi uniformemente e senza macchie sulla superficie del vetro. Il ripulimenlo delle lastre destinale ad essere ricoperte di collodio noD è però di una