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negative su collodio. | 357 |
Scile, se non impossibile, lo stabilire la quantità (leH’iodurn necessario neU’iodurare il collodio, onde esso possa soddisfare a tutte le esigenze della pratica. Quasi ogni operatore perciò impiega una proporzione diversa di ioduro nel preparare il collodio. Inoltre, col variare della pirossilina impiegala nel fare il collodio, può variare la quantità dell’ioduro da aggiungersi al collodio. Se il collodio è contrattile può sopportare mollo ioduro, se non è contrattile, se ha poca coerenza, ne abbisogna una quantità minore.
Con il collodio per prove negative, che sia tenace senza essere troppo contrattile, conviene impiegare t parte di ioduro di cadmio per I parte di pirossilina sciolta nel collodio. L’equivalente dell’ioduro di cadmio è 182. L’equivalente dell’ioduro di potassio è 166. L’equivalente dell’ioduro di ammonio è 144, perciò questi ioduri impiegati nella proporzione di questi numeri produrranno precisamente lo stesso edotto.
In generale è sempre meglio impiegare nel collodio una piuttosto forte quantità di ioduro accompagnata dalla massima quantità possibile di pirossilina, onde ottenere un’immagine robusta e con belle gradazioni di tinte. Alcuni suppongono che il ioduro di cadmio, quando viene impiegato in quantità notevole neH’iodurare il collodio, possa nuocere al bagno sensibilizzatore, perchè il nitrato di cadmio, che viene ad introdursi in esso nel sensibilizzare, è un sale con reazione acida. Noi non abbiamo mai trovato un inconveniente in ciò per riguardo alla sensibilità, mentre le prove sortono con grande purezza e senza macchie.
8’ Azione dei tempo sul collodio fotografico. — Sulle preparazioni chimiche, in cui entrano sostanze organiche, l’azione del tempo è grande, e nel tempo stesso poco studiata. Il collodio ha bisogno di quest’azione del tempo per acquistare certe proprietà che non si può fargli avere in altra maniera. Il collodio ha in questo una proprietà analoga a quella che tutti conoscono nel vino, il quale solo col tempo acquista le qualità desiderate. Nel vino queste nuove qualità derivano da una fermentazione particolare, ossia da un nuovo ordinamento di molecole provocato da fermenti, che in tenuissima dose vi si trovano sciolti. Nel collodio succede il nuovo ordinamento delle