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348 | procedimenti - parte prima. |
possibile, dipendendo essa principalmente dalla purezza e dalla concentrazione di questi liquidi.
L’alcool, aggiunto in grande quantità sul collodio, agisce sopra di esso modificandone i caratteri fisici al modo che fanno gli alcali, cioè il collodio contrattile, glutinoso viene reso non contrattile, non glutinoso. Una tale proprietà dell’alcool è molto utile al fotografo, perchè gli offre il mezzo di correggere il collodio che produce una pellicola reticolata, impenetrabile, che si stacca facilmente dal retro, e convertirlo in un collodio capace di produrre una pellicola uniforme, adesiva al vetro, e facilmente penetrabile dai liquidi sensibilizzatori e sviluppatori, e capace di conservare per lungo tempo la sua umidità.
Quando al collodio si vuole aggiungere la massima quantità di alcool si deve osservare che questo sia della massima concentrazione, cioè che sia al 98 per 4 00, come è l’alcool assoluto del commercio, il cui peso specifico è 0,805. L’alcool poco concentrato, che contiene una notevole quantità di acqua, come è l’alcool a 40°, se viene aggiunto in forte dose al collodio, tende ad inspessirlo, e nel tempo stesso a disaggregarlo, per cui, quando lo si stende sul vetro, non lascia sopra di questo una pellicola coerente ed unita, ma una pellicola disaggregata che seccando è polverosa, cribriforme.
L’alcool essendo un corpo più stabile che non l’etere, ne nasce che il collodio con molto alcool è più permanente e meno esposto ad ozonizzarsi, che non quello che contiene una forte dose di etere.
6’ Collodio senta eteri [alcoleno). — Nel Photograpliic Journal, 45 maggio 4862, vi è il seguente preparato del sig. Sulton:
Acido nitrico, densità t,4 lemp. ■+■ 80° c., grammi 30 » solforico, » 4,83 » » 40
Cotone » 40
per 5 minuti. Questo cotone si lava, si fa seccare, e si scioglie nell’alcool assoluto. La soluzione si addiziona con un ioduro, e si adopera a preparare le lastre, come il collodio ordinario.