Pagina:Sella - Plico del fotografo.djvu/369


negative su collodio. 347

notevole di non successi, imperciocchè il collodio più denso producendo sul vetro uno stralodi uno spessore più forte, e che si mantiene umido per un tempo più lungo, non è esposto a ricevere delle macchie quand’anche le lastre non siano state ripulite con grande perfezione. Il maggior spessore dello strato fa si che una maggior quantità di sale di argento impressionabile rimanga sullo strato stesso, e così che l’immagine sopra di esso riesca più ben nudrila, più intensa.

4’ Collodio denso. — Sotto questa denominazione noi intendiamo il collodio preparato con tutta la quantità di pirossilina che l’etere alcolizzato è capace di sciogliere. La pirossilina essendo un prodotto incostante, di composizione e di proprietà variabili, non è sempre egualmente solubile nell’etere alcolizzalo. I limiti della sua solubilità, quando è discretamente ben preparato, è di 3 a 6 parli circa per 4 00 parli di etere mescolato con alcool.

Allorquando si ha bisogno di avere del collodio denso, ed il caso può occorrere quando si ha del collodio troppo liquido da rendere consistente, è bene avere una piccola provvista di questo collodio denso, di cui si conosca il contenuto, che sia p. e. preparato con

100 grammi di etere a 62’ ’.

50 » alcool a 40’ ’.

6 » cotone fulminante.

Questo collodio ha una densità doppia di quella del collodio semplice sopraddetto. Esso può servire a dare al collodio fotografico la consistenza che si desidera.

5’ Collodio semplice con mollo o con poco alcool. — Preparare il collodio con solo etere non sì può, perchè la pirossilina non è abbastanza solubile in esso. L’etere comune contiene sempre una notevole quantità di alcool, da cui è difficile liberarlo, epperciò esso scioglie spesso assai bene la pirossilina.

La forza dissolvente dell’etere sulla pirossilina viene accresciuta dall’alcool sino ad un certo punto, oltre il quale si ha una grande diminuzione in questa forza. E difficile lo stabilire in modo esatto la quantità di alcool che deve essere aggiunta all’etere affinchè il miscuglio abbia la maggior forza dissolvente