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310 | procedimenti - parte prima |
presso i quali l’importanza delle materie ci vieterà di arrestarci così a lungo intorno a quest’operazione.
1° Metodo. Questo consiste nello immergere verticalmente i vetri albuminati nell’aceto-nitrato d’argento posto in un recipiente apposito.
Un simile recipiente è in forma di un parallelepipedo oblungo, con un proporzionato spazio vuoto vicino al suo orifizio, destinato a raccogliere il liquido che si innalza nell’immergervi il vetro da sensibilizzare.
Non vi sono serie difficoltà per sensibilizzare le lastre introducendole in questo recipiente in cui si pose l’aceto-nitrato, perchè è facile immergerle in esso con grande regolarità. Gli inconvenienti che esso presenta sono due principalmente, cioè si deve bagnare col bagno il rovescio della lastra, e si deve fissare a priori la parte del cielo nella prova che sarà la parte per cui si prende il vetro per introdurlo nel bagno.
2° Metodo. Questo consiste nel porre il bagno sensibilizzatore in un bacino sufficientemente largo e profondo, alzare da una parte il bacino in modo che il liquido si raccolga tutto verso la parte opposta, mettere il vetro da sensibilizzare nella parte del bacino lasciato a nudo dal liquido, e finalmente con un movimento acconcio abbassare il bacino. L’aceto-nitrato viene così a ricoprire in un istante tutta l’albumina stesa sulla lastra. Per riescire bene, basta che il liquido sia in quantità sufficientemente grande.
Questo metodo è di ogni altro il più facile e sicuro. Il suo più grande inconveniente è quello che si viene a bagnare le lastre nel loro rovescio, il che è assai mal proprio per l’operatore, perciò alcuni preferiscono il
3° Metodo. Questo metodo è un po’ più lungo, e penoso che non i precedenti.
Primieramente si riscalda in una delle sue estremità un bastone di gutta perca, oppure un pezzo di cera resa più tenace facendola preventivamente fondere con un po’ di trementina, e questa estremità riscaldata si applica sul mezzo del rovescio della lastra albuminata.
Dopo pochi istanti il bastone tiene fortemente la lastra da permettere di maneggiarla col suo mezzo, come con un manico.