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negative su albumina. | 309 |
deve far scomparire coll’aggiunta di una o due goccie di acido nitrico. Questa pratica è da raccomandarsi, perchè assai razionale, e perchè di una vera utilità pratica.
Operazione IV.
Sensibilizzare l’albumina.
L’operazione del rendere sensibile alla luce la lastra albuminata tu la devi eseguire al semplice lume di una candela; oppure in un gabinetto assai debolmente rischiarato da una piccola finestra con vetri gialli1. In mancanza di vetri gialli coprirai i vetri della finestra del gabinetto oscuro con carta che avrai tinta in giallo, o con una soluzione alcoolica di curcuma, o con una soluzione acquosa di acido picrico, e quindi resa translucida con olio.
Sensibilizzare l’albumina vuol dire toccare col mezzo dell’aceto-nitrato d’argento la pellicola di albumina che trovasi sulla lastra di vetro. Infatti, come dissimo, in contatto dell’aceto-nitrato l’albumina si coagula, diventa insolubile e rimane sopra di essa dell’ioduro d’argento sensibile alla luce.
L’aceto-nitrato d’argento, nell’atto del sensibilizzare, richiede di venir steso rapidamente, e senza soluzione di continuità, sopra tutta la superficie albuminata. È una condizione sine qua non pel buon esito dell’operazione.
Si possono seguire tre metodi differenti per arrivare ad un tale risultato. Noi, con permissione del lettore, li descriveremo qui in disteso. Essi sono la storia ed il commento di questa operazione, e serviranno al fotografo principiante per quando si occuperà dei procedimenti su collodio e su collodio albuminato,
- ↑ I vetri gialli si debbono esperimentare se siano di buona qualità, cioè se siano capaci di arrestare i raggi fotogenici. Il fotografo colle sue lastre sensibili può fare facilmente un esperimento empirico in modo abbastanza concludente, ma i vetri gialli si potrebbero anche provare più rigorosamente col mezzo dello spettroscopio, col quale si può riconoscere sino a qual grado questi vetri lasciano passare i raggi chimici.