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parte seconda. 277

spiDge il soffio nel tubo moderalameute dapprima, e forte verso il fine, affinchè così le parti più spesse del vetro possano dilatarsi in modo uniforme.

Finalmente per saldare un tubo di vetro con un altro si avvicinano alla fiamma i due tubi che debbono essere stati previamente tirati in modo du aver un orifizio eguale; quando incominciano a mollificarsi si uniscono insieme, si riscaldano nuovamente, e quando per l’ azione del calore non sembrano far più che una cosa sola, ben omogenea, si soffia per far prendere al vetro fuso la forma che conviene ai due vetri che insieme si connettono.

I vetri colorati, e le gemme artificiali si fabbricano aggiungendo differenti ossidi metallici al miscuglio di

100 parti di litargirio,

75 i » sabbia bianca,

10 » » cremortartaro.

II miscuglio si deve tenere in fusione sino a che si manifesti perfettamente limpido. La polvere di Cassio gli comunica il color porpora, l’ossido d’argento il giallo, gli ossidi di ferro il giallo, il verde, il blù, il bruno, secondo il loro grado di ossidazione, gli ossidi di rame un bel verde, l’ossido di cobalto un blù magnifico. Lo smallo bianco non è che vetro reso opaco con ossido di stagno.

È colla fusione del vetro, cui si aggiunse dell’ossido di argento, che sono fabbricali i vetri gialli che servono al fotografo per guarnire le finestre del gabinetto, per sensibilizzare e sviluppare. Quando tali vetri contengono poco ossido sono di un giallo pallido veduti per trasmissione; ma sono di un giallo ranciato assai ricco quando contengono molto ossido di argento, e veduti per ritlessione sono di color bruno carico. Egli è quest’ullima qualità che conviene adoperare principalmente quando la finestra del laboratorio prende direttamente la luce dal cielo. Questi vetri sono abbastanza efficaci per trasmettere una abbondante luce gialla che non manifesti alcuna azione sulle lastre sensibili; alcuni asseriscono avere osservato delle anomalie nella efficacia dei vetri gialli, per cui questi alcune volte perdono repentinamente la loro virtù di trasmettere una luce inattiva.