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276 | chimica fotografica |
11 n° 1 è il vetro di Boemia duro, poco fusibile. Il n° 2 è il vetro di Boemia ordinario più fusibile del n° 1. 11 n° 3 è il Crown glass inglese. 11 n° 4 è il vetro di Germania. I numeri 5, 6 di Francia. I numeri 7, 8 d’Inghilterra.
11 n° 9 è il flintglass di Guinaud, buono per fabbricare le lenti.
Qualche volta il vetro verde-giallo delle bottiglie è poco più di un silicato di calce facilmente intaccabile dagli acidi, ed inetto a conservare il vino, cui comunica un sapore dispiacevole.
La bontà del vetro si può provare con acido solforico. Dopo 24 ore il vetro di buona qualità non ne viene per nulla intaccato. Il vetro che contiene molto ossido di piombo viene intaccato dalla soda, e dalla potassa caustica.
Il vetro, e sostanze congeneri, maiolica, porcellana, ecc., quando nel fabbricarli si lasciano freddare lentamente, riescono dolci, come si dice, perchè, senza rompersi, sopportano brusche variazioni di temperatura. Affatto l’opposto succede qualora il rafTreddamenlo sia troppo celere. Questo difetto di fabbricazione si corregge con far bollire nell’acqua, o meglio ancora nell’olio, il vetro, la porcellana, ecc., e si lascia freddare da sè l’acqua o l’olio prima di estrarli.
Il vetro sotto l’azione del calore fonde, e si lascia lavorare come se fosse cera. Sopra di ciò riposa l’arte del soffiare i tubi di vetro. Quest’arte, non ancora abbastanza conosciuta nel nostro paese, mi pare che si possa ridurre a 4 operazioni principali, cioè: 1» tirare un tubo di vetro; 2° piegarlo; 3° fare una bolla; 4" saldare un tubo con un altro.
Le prime due operazioni sono facilissime, non si ha che a riscaldare sino al calor rosso la parte del tubo sulla fiamma della lampada, lenendolo colle dila per le sue estremità e facendolo girare continuamente intorno al suo asse, quindi, il tubo essendo diventato molle, tirarlo e piegarlo, facendolo sempre girare sino a che si sia indurito.
Il soffiare un tulio di vetro in modo da produrre una bolla ben riuscita è più difficile, perchè bisogna riscaldare sino ad un rosso bianco, ossia quasi sino a fusione del vetro. Si chiude un’estremità del tubo di vetro, si riscalda nel sito ove si vuole fare la bolla, si porta in bocca l’altra estremità di esso lenendolo quasi orizzontale, ma sempre e sempre girandolo, e si