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parte prima. 213

La proprietà che ha l’acido solforico concentrato di attirare l’umidità dall’aria deve potersi mollo bene utilizzare per essiccare sino ad un grado determinato le sostanze polverose, la lana, il cotone, ecc. A tale oggetto pongasi sotto di una campana di vetro una capsula contenente dell’acido solforico, e vicino a questa si ponga la sostanza che si vuole essiccare. L’acido solfo! ico essendo perfettamente fisso, cioè non evaporandosi alla temperatura ordinaria, non si ha a temere che la sostanza venga danneggiala da vapori acidi.

Per causa della forza, e della tendenza che ha l’acido solforico ad impadronirsi dell’acqua, un pezzo di legno, quando viene in contatto dell’acido solforico, si carbonizza, annerisce. L’acido attira l’idrogeno e l’ossigeno del leguo nella proporzione con cui questi corpi formano l’acqua, e rimane il carbone, sopra di cui l’acido solforico è privo di azione alla temperatura ordinaria.

Quantunque assai grande la tendenza dell’acido solforico a combinarsi coll’acqua, è però molto minore di quella che esso ha d’unirsi cogli ossidi metallici, questi avendo in generale delle proprietà basiche mollo più decise che non l’acqua. Epperciò quando si pone un ossido metallico a contatto dell’acido solforico monoidralato l’acqua viene cacciala dalla sua combinazione, e sostituita dall’ossido metallico.

L’impiego dell’acido solforico per intaccare i metalli, per combinarlo cogli ossidi metallici, per produrre delle chimiche composizioni e decomposizioni, è raramente fallo direttamente coll’acido solforico mollo concentrato, ma si dilunga previamente con 5 — tO parti d’acqua. Una stoffa di cotone o di lino può venire in contatto dell’acido solforico dilungato senza soffrirne, se si ha cura di lavarla nell’acqua prima di farla nuovamente seccare; diversamente la stoffa seccando si altera profondamente, si abbrucia, come si dice, perchè l’acqua si evapora sopra di essa prima dell’acido solforico, e lascia quèsto allo stato concentrato sulle fibre legnose del tessuto.

L’acido solforico del commercio contiene sempre una piccola quantità di solfato di piombo, che si riconosce da ciò che dilungando l’acido con l’acqua si forma nel miscuglio un intorbidamento biancastro che dopo un breve riposo si depone e