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160 ottica fotografica

una sola immagine coll’apparenza dell’oggetto nella sua naturale posizione e distanza. Infatti gli assi ottici, quando sono nella direzione oa, o a ’, col loro prolungamento vanno ad unirsi in A, e producono sull’osservatore una sensazione unica. Lo stesso si dica degli altri punti veduti dagli occhi. Perciò l’osservatore guardando le due prospettive crederà di vedere realmente l’oggetto da esse rappresentato.

Se si ha un corpo geometrico avanti agli occhi, è facile il costruire sopra un piano la prospettiva che conviene a ciascun occhio, e si hanno regole geometriche per una esatta costruzione, ma se si volesse disegnare nello stesso modo una riunione di oggetti diversi, si troverebbe difficoltà insormontabili. Colla fologralia ciò è non solo possibile, ma facilissimo ad ottenersi, e si opera come segue. Si prende due camere oscure, ciascuna con una lente avente una lunghezza focale di 25 centimetri, si pongono a poca distanza l’una dall’altra, e si osserva che gli assi delle due camere siano paralleli tra loro, ossia si osserva che le due camere producano ciascuna l’immagine sopra un piano comune, ed in tal posizione si prende due vedute fo. tografiche. Queste vedute prese in tal maniera sono comprese da un campo angolare di 15° appena. La simultanea proiezione di esse in ciascun occhio, fatta col mezzo dello stereoscopio, darà all’osservatore la sensazione di una sola immagine con un’apparenza di realtà veramente sorprendente. Lo stereoscopio a specchi venne chiamato stereoscopio riflettente, e lo stereoscopio a lenti venne chiamato stereoscopio rifrangente o lenticolare. L’attigua figura fa vedere la forma e la disposizione che si dà allo stereoscopio riflettente.

Fig. 50.