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156 ottica fotografica

» retta o B taglia il quadro. La retta A B sarebbe similmente » rappresentata dalla retta a b, e similmente si intende come » si rappresenterebbe sul quadro del disegno ogni altra linea » retta o curva, segnando sopra di esso quadro la successione » dei punti, secondo cui il taglierebbe una retta, che partendo » sempre dall’occhio percorresse ogni punto della linea, che si

• vuol rappresentare. Se il corpo è poliedro se ne può dunque » disegnare in prospettiva ogni vertice ed ogni spigolo; se in ’ vece esso è terminato da una superficie rotonda, se ne può » sempre indicare il contorno, supponendo una linea che, parli tendo dall’occhio, vada scorrendo sulla superficie del corpo » senza tuttavia penetrare dentro il corpo stesso: e segnando le » successive intersezioni di questa linea col piano del disegno »•

Da questa spiegazione si ricava, che quando si esamina una prospettiva od una fotografia, si otterrà il più grande effetto osservandola con un occhio solo, e stando alla stessa distanza a cui il disegnatore supponeva l’occhio nel fare la prospettiva, od alla distanza della lunghezza focale deH’oggetlivo, se il disegno che si guarda è una fotografia.

CAPITOLO II.

Visione binoculare.

La visione binoculare, come la sua denominazione lo indica, è quella, per cui si veggono gli oggetti coi due occhi contemporaneamente.

Quando si vede un oggetto con due occhi, quantunque si formino due immagini nei due occhi, la sensazione che si ha è tuttavia unica, cioè come se l’immagine fosse una sola. Questa unità di sensazione si attribuisce all’abitudine che noi abbiamo contratta di riferire ad uno stesso oggetto le impressioni simultanee prodotte sulle due retine.

Havvi una differenza essenziale tra la visione coi due occhi, e la visione con un occhio solo. Egli non è che coi due occhi che si può ben giudicare delle distanze ed avere una chiara percezione del rilievo dei corpi, cioè delle loro tre dimensioni, lunghezza, larghezza e profondità.