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parte terza. 143

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esperimenti comparativi del signor F. G. Eliot (a), che sia l’ordinario oggettivo a ritratti con diaframma interno un po’ minore di 2 centimetri, poichè con questa combinazione di lenti si ha maggior intensità di luce, e minor trasfigurazione che coll’oggellivo semplice, il quale dà una immagine in cui le linee rette appariscono più curve, quantunque produca un campo più piano. La combinazione ortoscopica si trovò pure essere inferiore alla combinazione a ritratti nel copiare, benchè produca una luce molto buona con poca trasfigurazione.

Nella camera oscura a copiare l’oggeltivo non si pone quasi mai in fronte, ma nell’interno, e la sua testa o parte anteriore non è fissa, ma mobile, come lo è la sua culatta che porta il telaio del vetro spulito, Cuna e l’altra potendo scorrere nella cassa del mezzo. Questa cassa del mezzo ha una o due porticene nella sua parte superiore, le quali possono alzarsi ed abbassarsi, e nelle pareti laterali interne sono praticate delle incavature perpendicolari alla base, per le quali si introduce il quadro di legno portante l’oggeltivo, e, se occorre, il telaio che porla il vetro spulito. Osservando la figura annessa si comprenderà subito la forma, e l’uso di questa camera (6).

Fig. 40.

L’oggetto a copiare o è trasparente, ed in tal caso si deve copiare con luce trasmessa dall’oggetto; oppure non è traspa ia) Journal of thè Photographic, Society of London 1859.

(61 Questa camera trovasi descritta nel Guide lo Pholography by W, H. Thur.ntwaite, London 1857.