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136 | ottica fotografica |
l iniquo inchiuda un angolo visuale estesissimo, non può essere che di dimensione ristretta, perchè essa non può formarsi che a grande vicinanza del foro.
Quando la camera senza lenti si pone avanti gli oggetti di- rimpetto al sole, in modo che i raggi solari vengano a rasen- tare obliquamente il piccolo orifìzio, si forma una tale interfe- renza di onde luminose , che la luce inviata dagli oggetti sul vetro spulilo si trova in gran parte alterata, per cui nel vetro spulilo non si può più rintracciare un'immagine degli oggetti , ma una moltitudine di striscic con colori diversi, simili a quelli che formano lo spettro solare. Per ottenere risultati soddisfa- centi bisogna dunque evitare che nell’orifizio venga inviala una luce troppo viva, e sarà bene di riparare quest’orifìzio in modo, che i raggi obliqui inviali dal cielo ed una troppo forte luce diffusa non vengano ad aumentare in grado troppo forte l’ine- vitabile effetto della diffrazione.
Mettendo la superficie sensibile alla distanza di 8 centimetri dal foro, si può ottenere un'impressione nel tempo sopraddetto. Basterebbe un tempo minore a distanza minore , e a distanza maggiore si avrebbe una lentezza maggiore; e questa lentezza crescerebbe come il quadro della distanza dal piccol foro , e l'immagine sarebbe tanto più indistinta per causa della mag- giore divergenza dei pennelli luminosi.
La camera oscura senza lenti deve essere assolutamente im- penetrabile alla luce, e per ciò ottenere ho trovato conveniente rivestirla esternamente con una fodera di latta, e bisogna che il foro sia affatto netto da ogni corpuscolo, come polvere, peli, ragnatele, ecc., perchè allora l’effetto della diffrazione, e conse- guentemente la confusione dell’immagine, sarebbe grandemente accresciuto.
CAPITOLO II.
Camera oscura fotografica.
La camera oscura, che serve ad ottenere le prove fotogra- fiche , viene costrutta con forme che sono soggette a variare