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parte seconda. 115

» essere formato al ponto in cui l’asse del pennello incontra » il parafuoco focuaing screen.

» Queste condizioni sono rigorosamente adempiute dal mio « oggettivo. QuesL’oggeltivo è una combinazione triplo-simme» trica, composta di due lenti eguali piano convesse (ciascuna • all’estremità di un tubo, e colla parte convessa rivolta all’in» fuori), e di una piccola lente biconcava a raggi eguali, posta » esattamente al centro tra di esse. In contatto della lente bi» concava è posto un piccol diaframma.

» È evidente, che in questa combinazione un piccolo pen» nello obliquo è incidente escentricamente sulla lente convessa » di fronte; che il suo asse, dopo la deviazione, passa cenlri» Miniente per la lente concava senza soffrire altra deviazione; » e che esso è quindi incidente escentricalmentc sopra la lente » convessa posteriore, da cui esso emerge in una direzione pali rallela a quella di incidenza.

» Ciò è vero per ogni pennello obliquo, ed i loro assi pas» sano tutti per un punto comune, che è il centro della com» binazione simmetrica, il quale punto io chiamerò C.

» La prima e la seconda condizione sono dunque adempiute. » La prova che la terza condizione è pure adempiuta è come » segue:

» Il foco di un pennello luminoso obliquo ò in ogni istruii mento ottico un disco di luce, e non un punto esalto. La » grandezza di questo disco è diminuita impiegando un piccolo » diaframma. Quando essa è sufficientemente impiccolita impie» gando un diaframma sufficientemente piccolo, il foco nel pali rafuoco si dice esser buono. In tale stato il raggio di luce, » che passa per C (e che io bo chiamato l’asse del pennello,

» è uno dei raggi che compongono il piccolo disco, o buon » foco, perchè C è il centro del diaframma. Il foco è perciò » il punto in cui l’asse del pennello incontra il parafuoco; ep» perciò la terza condizione è adempiuta.

» Egli è necessario in ogni sorta di oggettivi per vedute di » usare un piccolo diaframma, perchè gli oggetti di una veduta » sono a distanze differenti dalla lente, ed un buon foco non si » può ottenere in alcun altro modo. L’uso di un piccol diaframma » non è dunque particolare al mio oggettivo triplo, e quando