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parte seconda. | 105 |
nell’impressione allinica per causa della sottrazione di luce, che esso opera. Bisogna tuttavia dire che l’impressione non si diminuisce nello stesso rapporto con cni la luce viene sottratta; ed un tale risultato sembra attribuibile alla minore interferenza dei raggi luminosi, che ha luogo con un diaframma conveniente, cioè non tanto piccolo da dare egli stesso origine al fenomeno della diffrazione della luce.
Foco equivalente. — Quando si parla del foco di una combinazione di lenti, per esempio quando si parla del foco di un oggettivo doppio da ritratti, o di un oggettivo crioscopico per vedute, o di altra combinazione di lenti si intende ordinariamente parlare del suo foco equivalente. Questo foco è eguale alla lunghezza focale di una sola lente acromatica, la quale, quando è presentata agli stessi oggetti, produce nna immagine della stessa grandezza di quella che produce la combinazione di lenti. Il foco equivalente si pnò sempre determinare, con sufficiente esattezza, dividendo la lunghezza focale della lente acromatica semplice colla frazione che rappresenta le rispettive dimensioni lineari delle due immagini, di uno stesso oggetto distante, e sufficientemente grande, formate dalla combinazione e dalla lente semplice. Così, se fosse 10 il foco della lente semplice, e fossero nel rapporto di 5 a 4 le dimensioni lineari delle immagini formale da essa e dalla combinazione di lenti, il cer 5
cato foco equivalente di quest’ultima sarebbe 1 0: — =8.
Qui dovrebbe aver termine la prima sezione della seconda parte deU’ollica del fotografo, perchè quel che abbiamo detto circa alle lenti basta per far comprendere ciò che saremo per dire circa agli oggettivi fotografici, ma io non posso astenermi dal qui riferire le seguenti riflessioni sulle proprietà delle lenti che trovo in un dotto opuscolo (a) del signor Porro.
(a) Sur le perfectionnement pralique des appareil’ optiques pour r astronomie, et pour la photographie. Par J. Porro, ancien offtcier supèrieur da Gènie. Paris <860.